venerdì 25 gennaio 2008

L’IMPERIALISMO E’ ANCORA VIVO? SI’, MA SUL CIGLIO DEL PRECIPIZIO!

di Domenico Savio*

Nella primavera del 1917, cioè pochi mesi prima della gloriosa Rivoluzione Socialista d’Ottobre, a Pietrogrado - la città della rivoluzione a cui sarà dato il nome di Lenin con Leningrado –, in Russia, venne pubblicata l’importante opera di Lenin dal titolo “L’imperialismo, fase suprema del capitalismo”. In essa Lenin analizza, con dovizia di dati, l’espansione economica del capitalismo a livello mondiale, attraverso i trust, i cartelli, le banche, il capitale finanziario, l’oligarchia finanziaria, eccetera; il nesso tra l’espansione mondiale dell’economia capitalistica e le guerre inter-imperialistiche; il parassitismo e la putrefazione del capitalismo nella sua fase imperialistica; il soprapprofitto che corrompe i socialsciovinisti, gli opportunisti, i capi operai e l’aristocrazia operaia; il pacifismo e il riformismo borghese; la natura democraticista, riformista, sciovinista, pacifista e opportunista della seconda internazionale socialdemocratica e dei suoi capi; l’imperialismo considerato come capitalismo transitorio, morente; l’imperialismo come vigilia della rivoluzione socialista.
A circa un secolo di distanza l’opera di Lenin – che il PCIML ha pubblicato integralmente, assieme ad altre opere, sul proprio Sito all’indirizzo
www.pciml.org , alla voce “Terza Internazionale >> I Maestri >> Lenin” -, per quanto attiene il processo di accumulazione e di accentramento dei profitti realizzati e la loro trasformazione in capitale finanziario, il ripetersi delle guerre inter-imperialistiche per nuove spartizioni delle zone di influenza da parte delle diverse potenze imperialistiche, l’espansione dei mercati e della ricerca di nuove risorse minerarie e vegetali da sfruttare, l’internazionalizzazione della produzione e dello sfruttamento del lavoro proletario, la massima espansione del capitalismo e la sua scomparsa per mano della rivoluzione socialista, è ancora oggi di estrema attualità. Comunque il PCIML sta lavorando ad una attualizzazione del testo di Lenin alla luce dei cambiamenti sociali, non strutturali, che si sono verificati nel frattempo. L’insegnamento scientifico più alto che Lenin ci trasmette è che il capitalismo per sopravvivere a se stesso ha bisogno di una alimentazione costante e ininterrotta di nuovi profitti da realizzare e accumulare e quando questo afflusso cesserà esso morirà per implosione. Il capitalismo è come una sanguisuga: fin quando esso trova sangue da succhiare, ovvero profitti, che nel rapporto tra lavoro e capitale è il sangue della classe lavoratrice quotidianamente sfruttato dalla classe padronale, sopravvive e si espande nell’abbondanza dei guadagni, ma quando tale afflusso cessa esso muove dissanguato, cioè implode!
L’imperialismo, ovvero l’espansione planetaria dello sfruttamento delle risorse e del lavoro, è servito al capitalismo per continuare ad alimentarsi di nuovi profitti e nello stesso tempo per occupare, sottomette, sfruttare e controllare lo sviluppo e i governi di altri popoli e nazioni. Questa internazionalizzazione del processo di sfruttamento capitalistico mostra già da tempo la sua contraddizione strutturale – cioè la natura sociale della produzione e l’accaparramento privato della ricchezza prodotta - e le sue nefaste conseguenze a livello mondiale e da una attenta analisi emerge con chiarezza e certezza scientifica la sua fine epocale non lontana. Oggi possiamo constatare che il capitalismo e l’imperialismo stanno fallendo su tutti i fronti, nel senso che le risorse della Terra tendono ad esaurirsi mentre i popoli sono sempre di più sfruttati, affamati e sottomessi alla dittatura sociale repressiva del capitale monopolistico. I detrattori della rivoluzione socialista sghignazzando ci rinfacciano che l’imperialismo non ha rappresentato la vigilia della rivoluzione socialista nel mondo, come Lenin aveva affermato. Intanto Lenin traeva quella previsione dalla guerra inter-imperialistica in corso, dal grado di espansione di allora dell’economia imperialistica e dalle condizioni esistenziali disperate delle masse popolari dei paesi capitalistici. Comunque l’analisi e la previsione del nostro grande Maestro erano e rimangono inoppugnabili, se consideriamo che dopo pochi mesi si ebbe la vittoria, per la prima volta nella storia dell’umanità, della gloriosa Rivoluzione Socialista d’Ottobre, che spalancò la strada a tante altre rivoluzioni proletarie e alla costruzione del possente socialismo realizzato nel ventesimo secolo, con alla guida la grandiosa Unione Sovietica, che in termini di governo del popolo, di democrazia reale, di sviluppo economico, culturale e scientifico, di emancipazione sociale e di esplorazione dello spazio non temeva confronti con nessuno degli stati capitalistici e cosiddetti democratici. E’ stata anche una potenza militare veramente pacifica e democratica, ma che ha dato il maggior contributo in armi, combattenti e caduti nella sconfitta del nazi-fascismo in Europa e sulla Terra e ha rappresentato un baluardo di emancipazione politica e sociale per tutti i popoli del Pianeta.
I Pensatori del socialismo scientifico, Marx, Engels, Lenin e Stalin, non hanno mai detto che per costruire l’umanità prima socialista e poi comunista bastasse un unico tentativo rivoluzionario, anzi, alla luce dell’esperienza storica, del materialismo storico, della Comune di Parigi e della Rivoluzione del 1905 in Russia hanno sempre sostenuto che il passaggio dal capitalismo al socialismo è un lungo processo, fatto di vittorie e di sconfitte, di avanzamenti e di arretramenti. Ma una cosa è certa, dimostrata dalle diverse forme di società succedutesi dall’origine dell’uomo sulla Terra, che al capitalismo, condannato a scomparire – per implosione in assenza di ogni altra possibilità di sviluppo produttivo, ossia economico -, succederà l’era superiore del socialismo prima e del comunismo dopo, costituita da rapporti di convivenza sociale sovrastanti ogni precedente forma di ordinamento sociale e mai sperimentati né conosciuti in precedenza dal genere umano. La costruzione della società socialista è il risultato vincente di una lunga lotta di classe tra padroni e proletari, tra sfruttatori e sfruttati, tra ricchi e poveri, tra borghesi e proletari e tra conservatori e rivoluzionari, una lotta di classe che continua dopo la conquista rivoluzionaria del potere politico da parte della classe lavoratrice, durante tutta la fase di costruzione del socialismo e sino all’edificazione della società comunista. Lungo questo intero percorso storico, la cui durata dipende da fattori nazionali e internazionali e dal divenire reale dei cambiamenti sociali e della coscienza umana, vale a dire la costruzione dell’uomo nuovo, il nemico di classe – formato dalla borghesia sconfitta dalla rivoluzione, dal potere temporale della chiesa, dal retaggio secolare della cultura borghese e religiosa, dal revisionismo e dall’opportunismo, dall’anarchismo e dal rivoluzionarismo, dal movimentismo e dall’economicismo, dai tradimenti dei falsi partiti operai e comunisti e dagli scribacchini assoldati dall’imperialismo – è sempre in agguato e pronto ad attaccare e sconfiggere la rivoluzione socialista con l’aiuto propagandistico, finanziario e militare dell’imperialismo morente, che cerca disperatamente di sopravvivere quanto più a lungo possibile.
La sconfitta del socialismo realizzato nel ventesimo secolo è stata possibile proprio a causa di tali ragioni, ma più specificamente per mano del revisionismo e dell’opportunismo infiltratisi nel movimento operaio e comunista nazionale e internazionale e che, purtroppo, ancora oggi la fanno da padrone. Sconfiggere il revisionismo e l’opportunismo è il compito principale dei marxisti-leninisti oggi per poter riprendere il cammino verso il socialismo. Non si illudi l’imperialismo di poter sconfiggere nuovamente o sistematicamente le prossime rivoluzioni socialiste, che sicuramente ci saranno sulla Terra, pure perché le rivoluzioni proletarie che ci sono state sino a questo momento e i martiri caduti sul fronte della conquista del socialismo non sono passati invano, ognuna di quelle eroiche esperienze ha insegnato qualcosa per migliorare il successivo tentativo rivoluzionario e ciò sino alla vittoria finale del trionfo di una nuova era di civiltà, di vera uguaglianza economica e sociale, fondata sui principi della solidarietà, dell’altruismo e dell’internazionalismo proletario. Sicuramente bisognerà dedicare maggiore attenzione ai nemici di classe interni ed esterni al paese, o ai paesi, in cui si costruirà il socialismo. Importante è constatare che il socialismo realizzato nel ventesimo secolo non è stato sconfitto per uno scarso sviluppo economico, scientifico e sociale, poiché prima del ventesimo congresso del PCUS del 1956, e ancora per qualche anno dopo - dove i revisionisti e gli opportunisti trotskisti, capeggiati da Nikita Krusciov, riuscirono a conquistare la maggioranza nel Partito e nello Stato Sovietico avviando il cambiamento di strategia, cioè l’abbandono del completamento della costruzione della società socialista e il ritorno all’infame ordine capitalismo - l’Unione Sovietica era all’avanguardia dello sviluppo in tutti i settori della vita sociale.
Dal 1917, anno in cui fu pubblicato il testo di Lenin, ad oggi l’imperialismo non ha migliorato la sua posizione decadente, è sufficiente guardare le statistiche dello stesso regime capitalismo e dare un’occhiata alle disastrose condizioni economiche e sociali dei popoli e paesi della Terra per rendersi conto di persona della correttezza della nostra affermazione. Infatti: 1. per la politica scellerata di accumulazione di sempre maggiori profitti – ripetiamo, che sono indispensabili per la sopravvivenza del sistema capitalistico e dell’imperialismo -, legati al consumismo sfrenato e senza controllo per chi può permetterselo, le risorse minerarie del mondo cominciano a scarseggiare e quelle vegetali a scomparire, a causa della rapina e della distruzione da parte degli investimenti capitalistici alla ricerca affannosa di nuovi guadagni; 2. le guerre inter-imperialistiche, anche se al momento sono maggiormente di carattere locale, non sono scomparse e la terza guerra mondiale inter-imperialistica è sempre in agguato; 3. l’inquinamento terrestre e atmosferico, dovuto alla natura mercantile e concorrenziale dell’economia capitalistica e alla rapina e distruzione imperialistica delle risorse del mondo, sta mortalmente compromettendo l’equilibrio naturale del nostro Pianeta; 4. la fame dei popoli nel mondo è in costante e impressionante aumento, anche nei paesi maggiormente sviluppati e industrializzati; 5. al colonialismo passato si è sostituito l’imperialismo di oggi che è ancora più rapace, violento e sterminatore di prima; 6. le migrazioni dei popoli diventano sempre più imponenti con tragici sacrifici di vita, come l’olocausto delle decine di migliaia di emigrati morti annegati nel Mediterraneo nel tragico tentativo di raggiungere un’esistenza meno schiava e più dignitosa; 7. l’esasperazione di masse popolari sempre più imponenti, che pongono all’ordine del giorno della storia, oggi e non domani, l’esigenza della liberazione della vita e del lavoro dell’uomo dallo sfruttamento e dalla schiavitù sociale capitalistica, perché l’imperialismo non ha migliorato ma peggiorato le condizioni di vita degli uomini. Non c’è globalizzazione o new economy che possa fermare il declino progressivo dell’imperialismo e sino alla scomparsa definitiva.
Naturalmente il crollo finale non è automatico, ma necessita dell’incontro di due fattori sociali: la crisi implosiva del sistema economico e sociale capitalistico, che allo stato è in fase crescente e inarrestabile, e la maturazione della coscienza di classe e rivoluzionaria delle masse lavoratrici per poter promuovere e vincere, sotto la guida dell’avanguardia della classe operaia e del suo Partito Comunista di classe e rivoluzionario, la Rivoluzione Socialista. Attualmente la seconda condizione per poter fare e vincere la rivoluzione, cioè l’acquisizione della coscienza di classe, è in ritardo e in difficoltà, rispetto all’avanzata della crisi dell’imperialismo, a causa, ancora, dei misfatti politici dei revisionisti e degli opportunisti tuttora presenti nel movimento operaio e comunista. Il PCIML, il Partito della Rivoluzione e del Socialismo nel nostro paese, è attivamente impegnato nell’arduo compito di costruire, dopo la pesante sconfitta del secolo scorso, la necessaria coscienza di classe nel proletariato italiano per poterlo condurre vittorioso alla Rivoluzione e al Socialismo. Grassi padroni e feroce imperialismo, la vostra fine è comunque segnata e nulla potrà salvarvi dall’oblio putrescente della storia. Dobbiamo in ogni modo sostenere le lotte dei popoli per la conquista della loro indipendenza nazionale dall’occupazione e dallo sfruttamento dell’imperialismo, perché sono lotte importanti che contribuisco ad indebolirlo avvicinandone la fine.
Insaziabili e disumani padroni e feroce imperialismo, le guerre di espansione mercantile scatenate e fatte combattere dai proletari sui campi di battaglia nel dolore straziante delle loro famiglie, le atrocità commesse nel processo di sfruttamento del lavoro, gli assassinii sul lavoro, la fame e le malattie diffuse nel mondo per colpa vostra, la distruzione dell’equilibrio naturale del Pianeta e la schiavitù sociale imposta a miliardi di uomini sulla Terra, costituiranno gli atti d’accusa con cui la storia e le future generazioni vi condanneranno all’odio e al disprezzo perpetui.
IL MATERIALISMO STORICO INSEGNA CHE GLI INFAMI E ASSASSINI CAPITALISMO E IMPERIALISMO PRESTO MORIRANNO PER MANO DELLA RIVOLUZIONE SOCIALISTA!

Forio (Napoli), 28 giugno 2008.

* Segretario generale del P.C.I.M-L.