venerdì 25 gennaio 2008

ITALIA, 11 GIUGNO 2008: ASSASSINATI SUL LAVORO ALTRI 10 LAVORATORI! ARRESTATE, PROCESSATE E CONDANNATE I PADRONI ASSASSINI PRIVATI E PUBBLICI!

Nella sola giornata di oggi 11 giugno 2008 in Italia sono stati ammazzati, o assassinati, altri 10 lavoratori da parte della razza padrona privata o pubblica che sia, a causa di mortali inadempienze nell’applicazione delle norme di sicurezza sul lavoro. Mineo (Catania), Alessandria, Imperia, Modena e Nuoro le Città Martiri del lavoro di oggi. Solo in Italia è un esercito interminabile e incalcolabile, che diventa di proporzioni spaventose se si considerano quelli che muoiono successivamente agli infortuni, di lavoratori morti per mancanza di sicurezza sul lavoro. E’ un olocausto infinito e quotidiano, che ha avuto inizio in tempi remoti, offerto dalla tragedia del sistema sociale capitalistico al feticcio del profitto, perché risparmiare sulla sicurezza del lavoro, sulla garanzia della vita dei prestatori d’opera - che da sempre sono sfruttati come schiavi e considerati esseri inferiori dagli opulenti padroni sfruttatori -, sulla certezza di poter ritornare vivi e non nella bara a casa dopo una lunga giornata di duro lavoro significa, per chi lucra sul lavoro altrui, realizzare maggiori profitti, nuove e più gigantesche ricchezze.
Così, in questa società di assassinii in libertà e ben protetti, la vita dei lavoratori vale niente di fronte al guadagno, al profitto, alla sporca ricchezza, il dolore e il pianto dei figli, delle mogli e degli altri familiari delle vittime del lavoro non scalfiscono per nulla la voglia di un sempre più consistente profitto da ricavare dalla compra-vendita di forza-lavoro. Per il sistema capitalistico, per il dominio del capitale sul lavoro e per il mostro-profitto la vita delle lavoratrici e dei lavoratori è semplicemente una merce come tutte le altre da acquistare sul mercato del lavoro al minor costo possibile, da sfruttare al massimo livello fattibile, compreso la mancanza o carenza di misure di sicurezza nello svolgimento del lavoro, e da buttar via quando non può produrre altro profitto. La legge del capitale, dei suoi possessori, dello Stato e del potere politico borghese che lo governa, rappresenta e difende è una legge spietata, barbara, senza valori di altruismo e di solidarietà ed è priva di qualsiasi sentimento umano e civile. E’ la barbarie del capitale che per riprodursi e moltiplicarsi a dismisura sfrutta le risorse umane e naturali del Pianeta, aggredisce e schiavizza i popoli della Terra, scatena guerre feroci di sottomissione e massacra intere popolazioni.
Ma riflettiamo un attimo sulla tragedia di oggi a Mineo (Prov. di Catania), dove sei operai, privi di misure di protezione, muoiono in una vasca di depurazione, nessuno si accorge di nulla, all’ora di pranzo gli sventurati non tornano a casa e le mogli preoccupate danno l’allarme, solo a questo punto vengono cercati e finalmente trovati “fulminati o asfissiati letteralmente nella melma, resi massa irriconoscibile dal colore del fango”. E’ una tragedia inconcepibile e intollerabile che la mente umana, anche la più perversa, si rifiuta di immaginare e di riconoscere come qualcosa che le appartenga e la considera totalmente estranea alla sua genesi, alla sua ragione, al suo essere specie vivente superiore rispetto alle altre considerate, non sempre a ragione, inferiori. E’ la feroce legge del capitale e della sua bramosa sete di profitti che oltrepassa i confini della ragione, dei sentimenti e dei valori umani. Questa è la barbarie del sistema economico e sociale capitalistico, questa è la brutalità del sistema legislativo capitalistico e questa è la crudeltà dello Stato e del potere capitalistico. Figli, mogli e parenti tutti dei poveri 10 operai caduti oggi sul campo di battaglia dello sfruttamento del lavoro umano e di tutti quelli morti sino ad oggi e quelli che, purtroppo, continueranno a morire finché il sistema economico e sociale capitalistico non sarà seppellito per sempre dalla lotta di classe e rivoluzionaria del proletariato, nella morte dei vostri cari non c’è nessuna fatalità, nessuna disgrazia imprevedibile, nessuna volontà e nessun disegno soprannaturale, ma c’è semplicemente, da parte degli sfruttatori, la mancanza di rispetto per la vita dei lavoratori, c’è il disprezzo per la classe lavoratrice, considerata solo merce da sfruttare, e c’è la corsa a risparmiare sul costo già misero del lavoro con l’invocazione costante a far presto, con l’aumento dei ritmi di lavoro, con l’annullamento delle pause ricreative e con la costrizione a lunghe ore di straordinario per poter arrotondare il salario di fame: insomma, una corsa affannata alla sopravvivenza dove l’infortunio e la morte si nascondono a ogni passo!
Dunque, si tratta di morti sul lavoro annunciate, prevedibili ed evitabili, chi non ha evitato la tragedia in nome del risparmio, del profitto o della leggerezza nei comandi merita la più dura condanna e la totale espiazione della pena. Siamo dinanzi a crimini efferati e ripetitivi che ogni coscienza umana e civile condanna senza appello e per i quali il P.C.I.M-L. chiede l’arresto immediato dei padroni responsabili privati e pubblici, cioè dei proprietari e degli amministratori delle aziende coinvolte. Dinanzi alla vastità e alla crudeltà della tragedia e al dolore delle famiglie colpite è raccapricciante dover ascoltare un ministro della Repubblica che alla richiesta di pene pesanti per la classe padronale responsabile degli assassinii sul lavoro pressappoco dice: “non vorrei che i formalismi indebolissero l’impegno nella prevenzione degli infortuni”. Sotto l’aspetto umano e giuridico tale posizione è semplicemente irresponsabile e intollerabile, perché è quasi una richiesta di assoluzione in cambio di un maggiore impegno per la prevenzione: è una vergogna istituzionale!
Alle famiglie dei caduti sul lavoro di ieri e di oggi il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista esprime tutta la solidarietà umana, di classe e rivoluzionaria possibile e garantisce loro il massimo impegno nella lotta politica affinché tali tragedie abbiano presto fine. Ma nessuno si illuda di poter risolvere il dramma nell’odierna società capitalistica, ingannevolmente definita democratica, civile e popolare, perché come ogni giorno vediamo questa è la società della strage dei lavoratori, dello sfruttamento e della disperazione delle persone costrette a sopravvivere con indicibili sacrifici e privazioni e col rischio continuo della morte sul lavoro. La svolta sta solo nella liberazione del lavoro dallo sfruttamento padronale, nel conseguimento della proprietà collettiva dei mezzi di produzione, nella conquista del potere politico da parte della classe lavoratrice, potere che può essere conquistato solo con la rivoluzione socialista, e, dunque, dal superamento dell’attuale contraddizione derivante “dalla natura sociale della produzione e dall’accaparramento privato della ricchezza prodotta”. Il capitalismo e l’imperialismo stanno conducendo l’umanità alla rovina ambientale ed esistenziale, solo il socialismo potrà salvarla! Per questa nuova prospettiva di civiltà superiore dell’umanità si batte oggi il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, che sollecita i comunisti e l’intera classe lavoratrice italiana a sostenerlo, con la militanza e la lotta, nell’arduo compito storico.
CARCERE DURO PER I PADRONI ASSASSINI PRIVATI E PUBBLICI!
VIVA LA CLASSE LAVORATRICE ITALIANA IN LOTTA CONTRO
GLI INFORTUNI SUL LAVORO, PER LA CONQUISTA DEL POTERE
POLITICO E PER LA COSTRUZIONE DELLA SOCIETA’ SOCIALISTA!

Napoli, 11 giugno 2008.
La Segreteria del P.C.I.M-L.