venerdì 25 gennaio 2008

L’INGANNEVOLE ED ELEMOSINARIA REDISTRIBUZIONE CAPITALISTIICA O L’UGUALE AUTODISTRIBUZIONE SOCIALISTA?L’AUTODISTRIBUZIONE, LIBERA DA RAPINA PROFITTI

di Domenico Savio*

Dopo la sonora e meritata sconfitta elettorale dei falsi partiti comunisti della Rifondazione e dei Comunisti italiani e dei Verdi pacifisti e ambientalisti alleatisi per opportunismo elettorale nel cartello “La Sinistra Arcobaleno”, ora queste componenti partitiche e sociali al servizio dello Stato e del potere capitalistico, assieme anche ad altre organizzazioni della stessa natura revisionista e opportunista, come Sinistra Critica, Partito Comunista dei Lavoratori e altre similitudini del genere, sono alla ricerca di una risistemazione elettorale e istituzionale, innanzi tutto per cercare di riconquistare - continuando a ingannare, da posizioni politiche tattiche e strategiche falsamente comuniste, prive di qualsiasi elemento di classe e rivoluzionario e persino non progressive, le masse lavoratrici e popolari italiane, semmai continuando a utilizzare, ma solo strumentalmente, i gloriosi simboli della falce, del martello e della stella – i privilegi istituzionali borghesi persi con la mancata rielezione nelle assemblee parlamentari. Ciò, in modo particolare, in vista di loro verifiche congressuali o semplicemente di assemblee organizzative. L’insieme dei loro falsi riferimenti ai principi del comunismo - e ci riferiamo pure all’area dell’Ernesto interna a Rifondazione, che è anche di natura guevarista e che impropriamente da taluni pessimi conoscitori del marxismo-leninismo viene finanche definita leninista - rappresenta quello scandaloso magma di puzza borghese e socialdemocratica, revisionista e opportunista che è stato liberato dalla fine indegna dell’ex PCI e dalla liquidazione di altre aggregazioni affini, un magma idealmente e politicamente nauseabondo che è la tragica conseguenza del trotskismo, del togliattismo, del krusciovismo e del gorbaciovismo, che mascherandosi coi simboli del movimento comunista e con la definizione di comunista, marxista e finanche leninista continuano a trarre in inganno la classe lavoratrice, poiché costoro di comunista non hanno proprio nulla, ma sono solo relitti in decomposizione della cultura e della politica borghese.
Dette sopravvivenze di un passato inglorioso e direttamente responsabile delle sconfitta del socialismo realizzato nel ventesimo secolo, si trovano anche a loro agio dentro o a fianco del sindacalismo di base e movimentista, economicista e privo di una prospettiva di classe e rivoluzionaria per la conquista del socialismo. In questi giorni leggiamo di scontri feroci tra le varie componenti della sinistra di sistema capitalistico per aggiudicarsi la guida politica e partitica di quel che resta della sconfitta elettorale subita. Chi più chi meno tutti i protagonisti dello scontro in atto si muovono dentro la prospettiva di rientrare comunque in parlamento e, possibilmente, ritornare a governare il paese in nome e per conto degli interessi assassinii del sistema capitalismo nazionale e delle multinazionali. C’è chi valuta la possibilità di entrare nel Partito Democratico di natura capitalistica e imperialistica, chi auspica una nuova alleanza di centrosinistra per ritornare vincente al governo della confindustria e delle banche del paese e chi punterebbe, come l’area dell’Ernesto, alla rifondazione di un partito comunista come quello dell’ultimo PCI revisionista e opportunista e sprovvisto di una strategia di classe e rivoluzionaria, cioè coerentemente marxista-leninista e bolscevica, per costruire la prospettiva della rivoluzione socialista e del socialismo nel nostro paese.
In tale confronto piccolo-borghese si inseriscono anche interventi di professori universitari fermamente antistalinisti e di provata fede socialdemocratica, revisionista dei coerenti principi del marxismo-leninismo e presuntuosamente “comunisti” con la pretesa di dare lezioni di marxismo, ma non di marxismo-leninismo, per condurre a ricomposizione quel magma già sconfitto dalla storia e dalle ultime elezioni politiche e che è, disgraziatamente, vissuto unicamente per consentire all’infame sistema capitalistico di sopravvivere sulle persistenti e sciagurate condizioni di vita delle masse lavoratrici. Ci è utile la circostanza per ricordare che i migliori educatori del marxismo-leninismo sono quelli educati e forgiati nella lotta di classe del proletariato. Tutti i veri e grandi rivoluzionari della storia del movimento comunista nazionale e internazionale hanno avuto come maestri, oltre ai grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin, la lotta di classe e l’insegnamento del duro lavoro nelle officine, nei campi, nei servizi e negli uffici. Leggendo in questi giorni della lotta interna alla sinistra revisionista, opportunista e istituzionale, abbiamo visto come taluni professorucoli della sinistra borghese si attardino sulla politica di redistribuzione capitalistica della ricchezza socialmente prodotta e non già, naturalmente per opportunismo, sulle nefandezze della presunta redistribuzione padronale. Né parlano di redistribuzione uguale per tutti i componenti della società italiana lasciando intendere chiaramente di condividere la redistribuzione disuguale del sistema capitalistico.
Nella società capitalistica, fondata sul massimo sfruttamento del lavoro e sul più elevato profitto ricavato dal capitale investito, non potrà mai esserci una redistribuzione della ricchezza uguale per tutti tra lavoratori e padroni, perché la ricchezza prodotta appartiene al padrone, che decide cosa e quando redistribuire. Chi parla o scrive della redistribuizione della ricchezza nella società dello sfruttamento padronale ma senza specificare uguale per tutti, in effetti trasmette l’impressione e l’illusione che sia possibile una redistribuzione uguale dei beni disponibili. Naturalmente parliamo di “impressione ed illusione” per quella massa di lavoratori e semplici cittadini che non conoscono l’esatto significato della parola “redistribuzione”. Lasciar credere ciò è un’infamia, perché è solamente una menzogna e un inganno delle masse popolari. E ancora, nessuna redistribuzione capitalistica potrà approfondire la contraddizione tra la produzione sociale della ricchezza e il suo accaparramento privato. Le cosiddette politiche dei redditi, della redistribuzione, del compromesso e della concertazione tra capitale e lavoro, o meglio tra padroni e lavoratori e tra sfruttatori e sfruttati, sono solo un miserabile inganno per i lavoratori e per i cittadini tutti ed è comprensibile che esse vengano sostenute dai rappresentanti della classe capitalistica, dai sindacati padronali e di regime e dai partiti della borghesia di centrodestra e centrosinistra, ma quando ciò avviene, apertamente o allusivamente, anche da parte di personaggi che hanno la pretesa di definirsi di sinistra e di parlare a nome degli interessi della classe lavoratrice allora la questione assume un aspetto grave e intollerabile da smascherare e combattere senza timore e né riguardo per chicchessia, perché ne va di mezzo la credibilità della nostra lotta di classe e rivoluzionaria.
Sotto la dittatura del capitalismo non si può mai parlare di uguale redistribuzione della ricchezza prodotta, ma semplicemente di elemosine che periodicamente i padroni elargiscono ai propri sfruttati per consentirne la sopravvivenza e con essa la continuità del loro disumano sfruttamento o come conseguenza obbligata della lotta di classe dei lavoratori. Inoltre, in genere quello che gli sfruttatori sono costretti a concedere ai lavoratori poi il loro Stato capitalistico se lo riprende attraverso l’aumento delle tasse, delle tariffe oppure con il taglio dei servizi pubblici. Insomma, chi comanda è il padrone e lo Stato è un suo strumento di dominio e di repressione, mentre le masse lavoratrici sono costrette a subire la dittatura padronale fin quando non decidono di militare e lottare dentro il loro vero Partito della rivoluzione e del socialismo per abbatterla e avviare la costruzione della nuova società, dove a comandare sarà la classe lavoratrice. L’uguale distribuzione della ricchezza prodotta – e non la ridistribuzione, che avviene nella società capitalistica dopo che i padroni se ne sono appropriati in base a un diritto sancito dal parlamento dello Stato borghese – può avvenire esclusivamente nella società socialista, dove il potere politico è nelle mani della classe lavoratrice e dove i mezzi di produzione sono di proprietà di tutto il popolo. Il compito dei coerenti comunisti, smascherando le falsità e gli inganni del potere borghese e delle organizzazioni politiche e sindacali ad esso asservite e dei falsi comunisti, è proprio quello di illuminare le masse sulle menzogne che ad arte diffondono il sistema capitalistico e i suoi scribacchini assoldati orientandole e guidandole verso la rivoluzione socialista.
Tale ruolo svolge oggi nella società italiana il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista attingendo ai principi del marxismo-leninismo, al pensiero e l’opera dei nostri grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin e all’esperienza storica del movimento operaio e comunista nazionale e internazionale. Un Partito che è erede del Partito Comunista bolscevico e degli insegnamenti organizzativi e strategici della Terza Internazionale, voluta e fondata da Lenin e Stalin, che saprà guidare il proletariato italiano verso la sua liberazione dallo sfruttamento del lavoro e dalla schiavitù capitalistica e sino alla costruzione della nuova società socialista e l’edificazione di quella comunista.
BASTA CON L’ELEMOSINA DEL PADRONE E DEL PRETE, RIVENDICHIAMO IL DIRITTO ALLA DISTRIBUZIONE UGUALE PER TUTTI DELLA RICCHEZZA SOCIALMENTE PRODOTTA!
Forio (Napoli), 1 luglio 2008.
* Segretario generale del P.C.I.M-L.