venerdì 25 gennaio 2008

RISPOSTA DI DOMENICO SAVIO ALLA LETTERA DI UNO STUDENTE DI BOLOGNA

LA LETTERA DELLO STUDENTE

Caro compagno Domenico Savio,
Sono uno studente di Bologna, non conosco direttamente il vostro partito, ma aderisco alle idee comuniste e ho militato, in passato, in un partito comunista extraparlamentare (Lotta Comunista). Sono rimasto colpito dalla presentazione del tuo blog su youtube. Come te aderisco alle idee di Lenin (oltre che di Marx ed Engels), e condivido le idee che esprime nei suoi testi Stato e rivoluzione, Che fare? ecc. Sinceramente non comprendo, però, la simpatia del vostro blog per Stalin: tutto fa credere che la politica di Stalin abbia portato l'unione sovietica a un regime totalitario imperialista, e non alla dittatura del proletariato. Puoi dirmi in che modo tu (e il pciml) aderite alle idee di Stalin?
Sinceri saluti

LA RISPOSTA DI DOMENICO SAVIO

Caro compagno,
costruire la società socialista non è una passeggiata al chiarore della Luna, ma è un percorso arduo, inflessibile e, se necessario, persino impietoso. Ogni passaggio della società umana da uno stadio inferiore a uno superiore - schiavismo, feudalesimo, capitalismo - ha richiesto dolorosi percorsi, perché le forze soccombenti non accettano la sconfitta definitiva e inevitabile, sancita nel principio scientifico del materialismo storico. Marx diceva che la violenza è il lievito della storia, cioè senza il dolore non può esserci la gioia, è la legge naturale della lotta tra gli opposti. Il proletariato del mondo ha dovuto subire millenni di lotte e di sconfitte - da prima di Spartaco ad oggi - sino alla carneficina, commessa dalle forze reazionarie, della Comune di Parigi, della Rivoluzione del 1905 e di quella di febbraio del 1917 in Russia e al soffocamento violento di tante altre dure esperienze di lotta proletaria dei giorni nostri. Anche le migliaia di morti, o meglio assassinii, all'anno sul lavoro sono una carneficina del sistema economico capitalistico fondato sul profitto e non sui bisogni di vita dei lavoratori! Stalin è stato un fedele prosecutore del pensiero e l'opera di Lenin, mentre i trotskisti, che hanno fatto il gioco della borghesia e dell'imperialismo, hanno speculato sulla lettera-testamento di Lenin, a proposito della carica a Segretario generale del Partito, e cercato di boicottare la costruzione della società socialista. Stalin è stato, e rimane, il terrore degli sfruttatori e giammai del popolo lavoratore e ciò è stato ampiamente dimostrato dal pianto del proletariato di tutti i paesi del mondo alla sua morte. Senza il convincimento e la passione di classe e rivoluzionaria di Stalin e del Partito Comunista bolscevico la costruzione del socialismo in Unione Sovietica non avrebbe raggiunto oltre il 90% - corrispondente al livello di collettivizzazione di tutte le attività sociali - del cammino dall'ordine capitalistico a quello socialista e che è avvenuto sotto il costante attacco dell'imperialismo dal 7 novembre 1917 alla morte di Stalin. Purtroppo il XX congresso del PCUS del 1956 ha sancito la vittoria del trotskismo, cioè della socialdemocrazia, e il ritorno, seppur lento, al capitalismo. Stalin è stato il primo e vero, e sino a questo momento l'ultimo, costruttore del socialismo sulla Terra, nel senso che è stato l'unico a portare la collettivizzazione a oltre il 90%, corrispondente alla percentuale del cammino della società socialista per passare all'edificazione di quella comunista.
Il movimento comunista nazionale e internazionale da Marx ai giorni nostri è stato ferocemente disseminato di traditori e di imbroglioni al servizio del capitalismo e pure per i privilegi istituzionali che quest'ultimo elargisce a piene mani per eliminare il pericolo, per la classe padronale, di una nuova rivoluzione proletaria. L' ignobile tradimento dei falsi partiti comunisti di ieri e di oggi che concorrono alla gestione dello Stato capitalistico, che invece dovrebbero combattere, è una dimostrazione inoppugnabile delle difficoltà reali nella fase di costruzione di una società socialista. Stalin e il P.C.b. dovettero affrontare opposizioni interne ed esterne feroci e, comunque, i leali e coerenti comunisti non si fanno mai ingannare dalla falsa propaganda borghese, religiosa, capitalistica e imperialistica relativa alle fantomatiche "torture" che sarebbero state commesse nei "lager sovietici", che, al contrario, erano semplicemente dei campi di lavoro rieducativi che sostituivano le carceri dello Stato capitalistico e dove, naturalmente, il trattamento di vita non poteva essere diverso da quello del popolo che lavorava e combatteva contro il nemico aggressore. Per un comunista, cioè un coerente rivoluzionario marxista-leninista, è un dovere difendere la Patria socialista da ogni tipo di nemico, da ogni cultura che cerchi di ostacolare la costruzione del socialismo o, peggio ancora, che, a partire dalle Università e dagli intellettuali condizionati dal vecchio sapere borghese, cerchi di tramare contro di Essa: non fermare e sconfiggere tale cultura antisocialista costituirebbe finanche un feroce tradimento verso la memoria degli eroi caduti in battaglia per costruire la società nuova degli uomini tutti veramente liberi, protagonisti e socialmente uguali. La sconfitta dell'Unione Sovietica da parte del revisionismo trotskista e kruscioviano è stata di una gravità storica incalcolabile, essa ha fermato, e non sappiamo per quanto tempo ancora e comunque temporaneamente, il cammino della civiltà umana verso il futuro stadio sociale superiore del comunismo. Semmai a Stalin e al P.C.b. si potrebbe "rimproverare" di non essere stati sufficientemente determinati nei confronti dei nemici interni della costruzione della società socialista. Questo per affermare che la Rivoluzione e la costruzione del Socialismo devono essere difesi con ogni mezzo possibile, anche, nel caso specifico, per onorare la memoria dei milioni di sovietici morti in combattimento durante la guerra civile scatenata dall'invasione degli eserciti stranieri o per carestia dovuta al boicottaggio o alla sottrazione della produzione agricola da parte dei Kulaki, o meglio dei proprietari terrieri, per ostacolare la collettivizzazione e la costruzione del socialismo. E non dimentichiamoci mai dei circa 20 milioni di eroi sovietici morti per difendere la Patria del Socialismo e per sconfiggere la tragedia del nazi-fascismo in Europa!
Inoltre, l’Unione Sovietica non ha mai svolto un ruolo imperialistico, ma semplicemente e doverosamente di internazionalismo proletario verso popoli e paesi che aspiravano a liberarsi dal capitalismo e dall’imperialismo per costruire il socialismo. Nel paese dei Soviet di Lenin e Stalin il socialismo è stato costruito sotto la guida della dittatura (cioè del potere) del proletariato (ossia della classe lavoratrice). Ogni diversa valutazione sarebbe solamente propaganda e calunnia anticomunista.
La ripresa del cammino verso nuove rivoluzioni proletarie, la riconquista del potere politico alla classe lavoratrice e l'avviare nuovamente la costruzione prima del socialismo e poi del comunismo sulla Terra attualmente può ripartire solo dalla crescita di un autentico partito di classe e rivoluzionario, ovvero marxista-leninista, che in Italia è il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, di cui ho l'onore di essere il Segretario generale, un Partito di quadri rivoluzionari di professione che opera fedelmente all'interno dei principi del marxismo-leninismo e del pensiero e l'opera dei nostri grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin. Tutto il resto sono manipolazioni intellettualoidi e divagazioni interclassiste che non hanno nulla da vedere con la teoria, la strategia e la prassi di un autentico Partito della Rivoluzione Socialista. Noi stiamo attenti a seguire coerentemente e fedelmente le orme dei nostri Maestri combattendo con estrema fermezza le deviazioni revisioniste dalla natura di classe e rivoluzionaria del marxismo-leninismo, la socialdemocrazia, il trotskismo, l'opportunismo, il rivoluzionarismo, il movimentismo e l'anarchismo che sin dai tempi di Marx e di Engels tentano costantemente di infiltrarsi e di espandersi all'interno del movimento operaio e comunista nazionale e internazionale per ostacolare, coscientemente o incoscientemente, la prospettiva del socialismo e per favorire la sopravvivenza dell'infame sistema capitalistico. I giovani operai e studenti e gli intellettuali d'avanguardia che credono sinceramente nel socialismo e che vogliono impegnarsi per conquistarlo in Italia possono solo unirsi alla lotta ideale e politica del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista.
Puoi visitare i nostri siti internet ai seguenti indirizzi:
www.pciml.org - www.domenicosaviopciml.blogspot.com - www.pcimlischia.blogspot.com
Saluti marxisti-leninisti.
Domenico Savio, Segretario generale del P.C.I.M-L.